Questa è la domenica della consolazione. Il Salvatore sta in capo alla via per fare la Sua entrata nel mondo; e tutta la liturgia d'oggi, dall'Ingressa al Transitorio, è un solo fremito di preparativi e d'attesa lungo i margini della via di salvezza. Il punto centrale è il Vangelo, in cui è prefigurata la prossima venuta di Gesù nell'umiltà e verginità di Maria Santissima. Anzi, il mistero della Santa Incarnazione è adombrato da tutta la Messa (Lez.): «rallegrati, sterile». È dunque questa domenica la vigilia del grande Mistero. Perciò è frequentissimo l'invito alla consolazione e alla gioia. «Consolatevi, consolatevi, o Mie genti!» (Lez., Postev., Confr.). In fine, come episodio particolare di questa fervida attesa lungo la via di salute, è la letizia indicibile che è nel gruppo dei ciechi, storpi e poveri, che specialmente godranno della venuta di Dio (Trans.).
Il ciclo liturgico di Cristo è come un tronco annoso, intorno al quale, come vaga edera, gira e s'annoda, il ciclo delle feste di Maria. Oggi ne è magnifico principio la sua Immacolata Concezione. Maria infatti, prima ancor di vivere, fu come battezzata in Paradiso. Perché la grazia di Gesù fu sì potente che non solo invase nel passato e nel futuro tutto il mondo; ma travolti e superati i suoi confini, raggiunse e consacrò una creatura prima ancora che venisse nel mondo. La Chiesa perciò con sapienza misteriosa celebra questa festa prima del Santo Natale e della Pasqua. Maria infatti fu dal buon Dio preservata dal peccato originale in privilegio della divina Maternità (Natale) e in previsione dei meriti di Cristo (Pasqua). Per questo la Madre di Dio immacolata diviene l'altissimo luogo donde si contempla tutto il panorama di Dio. Essendo ella infatti il punto più estremo e sconfinato della grazia, partendo da lei e andando verso Cristo, si scopre il raggio sterminato, che misura il gigantesco mondo della Redenzione. E nell'imminente domenica dell'Incarnazione (VI di Avvento) potremo ormai com-prendere la profondità delle misteriose parole dette da un Angelo del cielo: «Ave, Maria, gratia plena!».
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Giovanni Battista.
Dice Gesù:
«Giovanni non aveva bisogno del segno per se stesso. Il suo spirito, presantificato sin dal ventre di sua madre, era possessore di quella vista di intelligenza soprannaturale che sarebbe stata di tutti gli uomini senza la colpa di Adamo.
Se l’uomo fosse rimasto in grazia, in innocenza, in fedeltà col suo Creatore, avrebbe visto Dio attraverso le apparenze esterne. Nella Genesi è detto che il Signore Iddio parlava familiarmente con l’uomo innocente e che l’uomo non tramortiva a quella voce, non si ingannava nel discernerla. Così era la sorte dell’uomo: vedere e capire Iddio, proprio come un figlio fa col genitore. Poi è venuta la colpa, e l’uomo non ha più osato guardare Dio, non ha più saputo vedere e comprendere Iddio. E sempre meno lo sa.
Ma Giovanni, il mio cugino Giovanni, era stato mondato dalla colpa quando la Piena di Grazia s’era curvata amorosa ad abbracciare la già sterile ed allora feconda Elisabetta. Il fanciullino nel suo seno era balzato di giubilo, sentendo cadere la scaglia della colpa dalla sua anima come crosta che cade da una piaga che guarisce. Lo Spirito Santo, che aveva fatto di Maria la Madre del Salvatore, iniziò la sua opera di salvazione, attraverso Maria, vivo Ciborio della Salvezza incarnata, su questo nascituro, destinato ad esser a Me unito non tanto per il sangue quanto per la missione, che fece di noi come le labbra che formano la parola. Giovanni le labbra, Io la Parola. Egli il Precursore nell’Evangelo e nella sorte di martirio. Io, Colui che perfeziona della mia divina perfezione l’Evangelo iniziato da Giovanni ed il martirio per la difesa della Legge di Dio.
Giovanni non aveva bisogno di nessun segno. Ma alla ottusità degli altri il segno era necessario. Su cosa avrebbe fondato Giovanni la sua asserzione, se non su una prova innegabile che gli occhi dei tardi e le orecchie dei pesanti avessero percepita?
La famiglia cristiana costituisce il primo focolare dell'educazione alla preghiera. La preghiera familiare quotidiana è particolarmente raccomandata, perché è la prima testimonianza della vita di preghiera della Chiesa. La catechesi, i gruppi di preghiera, la «direzione spirituale» costituiscono una scuola e un aiuto alla preghiera. (Compendio)
Che i giovani convenuti a Roma da ogni parte d’Italia per il convegno organizzato dall’Azione Cattolica girino per la capitale indossando «divise paramilitari », questo non è che una velenosa invenzione della stampa di Sinistra costretta com’è ad assistere impotente alla grandiosa manifestazione giovanile. Noi li abbiamo veduti, i giovani del basco verde, i miti giovani dell’Azione Cattolica, molti dei quali, a mo’ di pellegrini, umilmente camminavano scalzi. Ammiratissimo dalla popolazione assiepata lungo le strade, il reparto- agnelle, costituito da giovani dall’aspetto particolarmente soave, recanti sulle spalle candide agnelle dolcissimamente belanti. Seguivano giovinetti cui, simile al velluto delle pesche, la prima peluria indorava le guance, suonanti strumenti pastorali, quali siringhe, sistri, zampogne, fistule e ribeche. Costoro si fermavano ogni poco per baciare sulla fronte, nel nome del Signore, tutti indistintamente i passanti anche se recanti il distintivo del PC, e anzi costoro più affettuosamente e a lungo baciavano con quelle loro vermiglie e soavi labbruzze. Non è possibile dir dei pianti che si levarono allorché si videro quei giovani sbarazzarsi degli strumenti pastorali e serenamente entrar nell’arena del Colosseo ove leoni e tigri ne fecero scempio mentr’essi, con bellissime voci, cantavano le lodi del Piano Fanfani. Caesar (G. Mosca)
Mentre i figli del popolo abbandonano le vecchie madri per rispondere alla chiamata della Patria recandosi nelle squallide caserme a indossare il glorioso kaki dei battaglioni di Luigi Longo, i figli della reazione, eludendo con la complicità del clerico-repubblicano Pacciardi gli obblighi del servizio militare, si radunano in bande e, paramilitarmente vestiti, compiono la seconda Marcia su Roma. Dopo le famigerate camicette ruggine delle ausiliarie papaline, ecco Roma invasa dai baschi verdi. «I baschi verdi!» gemono sgomente le madri stringendo al magro seno i figli del popolo, così come dicevano un tempo: «Le brigate nere!». Non abbiamo parole per riprovare il contegno di questo Pontefice che è sceso in piazza S. Pietro indossando la divisa da generale e ha celebrato a cavallo la Santa Messa, sostituendo il suono dell’organo con salve di artiglieria! Seminaristi motocarrozzati e armati di panzerfaust e mitragliere antiaeree hanno percorso la città terrorizzando i passanti non diretti a piazza S. Pietro. Soltanto la maturità politica delle masse lavoratrici ha evitato che la provocatoria Messa Paramilitare di mezzanotte conducesse a fatti di sangue. Il discorso del Pontefice si è risolto nella consueta esaltazione di Hitler, Franco, Truman e De Gasperi, ed è terminato nell’oramai noto slogan: «L’intervento della Russia ci lascia perfettamente indifferenti». Spartacus (G. Guareschi)
A Peppone stava sullo stomaco Scartazzini, il cascinaio, quello che era passato con Saragat e aveva impiantato una sezione socialista indipendente con gente molto tranquilla, ma che, a pestarla sui calli, si rimboccava le maniche, si sputava sulle mani e dava via sberle maiuscole. Scartazzini poi parlava bene: approfittando delle notti che doveva passare sull'amaca nel porcile quando qualche scrofa doveva figliare, s'era letto un sacco di roba e quando faceva qualche comizio fior di braccianti andavano a sentirlo a bocca aperta. E i braccianti sono quelli che contano, è gente decisa, che al momento buono tira giù. Peppone aveva capito che a usare la violenza sarebbe stato peggio: bisognava lavorare d'astuzia, squalificare Scartazzini.
- Tallonare Scartazzini! - aveva ordinato Peppone. - Voglio sapere anche quantevolte si cambia la maglia.
E la squadra tallonava Scartazzini: e c'era chi lo seguiva ogni volta che si allontanava dal paese, e chi lo spiava quando era in casa. Per un sacco di tempo le relazioni della squadra di sorveglianza furono insignificanti. Ma un giorno il Brusco arrivò con qualcosa di nuovo. Era una cosa gravissima e volle che la sapesse soltanto Peppone. E quando Peppone la seppe fece un urlo di gioia.
- Brusco, sei sicuro?
- Ne rispondo io personalmente.
Si vuole recuperare, un’importante tradizione delle nostre parrocchie: l’Ufficiatura per i defunti Come insegna il catechismo è cosa preziosa suffragare per le anime dei cari morti, affinché abbia ad abbreviarsi la loro permanenza tra le fiamme dolorose e purificatrici del Purgatorio. Anime che, una volta giunte nel Santo Paradiso, ricambieranno intercedendo per noi. Dunque ogni primo lunedì del mese, salvo feste che suggeriscano una traslazione, la Santa Messa, con il relativo Ufficio dei defunti, sarà per tutte le anime purganti, in special modo per coloro che vorrete ricordare attraverso l’offerta della vostra presenza orante e munifica. Chi avesse desiderio di ricordare uno o più defunti in particolare, comunichi i nominativi per tempo in sacrestia. Dio ve ne renderà merito.
Il mondo potrebbe stare anche senza sole, ma non può stare senza la Santa Messa. Nell'assistere alla Santa Messa, rinnova la tua fede. Tieni la mente elevata al mistero che si va svolgendo sotto i tuoi occhi. Portati con la tua mente al Calvario e pensa e medita sulla Vittima, Che Si offre alla divina giustizia, sborsando il prezzo della tua redenzione.
Ti auguro sempre più amore al Divin Sacrifizio, dal Quale ci è venuta e ci viene l'eterna salute. Chiediamo a Gesù la grazia di amarLo e di vederLo amato sempre più. ChiediamoGli, come la sposa dei sacri Cantici: Mi baci con i baci della Sua bocca! Sì, le Tue tenerezze sono più dolci del vino! Quante volte questo bacio di Pace… ci viene donato da Gesù nel Santissimo Sacramento! Nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, in questo Sacramento d'amore, noi abbiamo la vera vita, una vita benedetta e la vera felicità. O Gesù, che il mio cuore riposi sul Tuo Cuore trafitto nelle prove e nei dolori della vita.
Maria ti faccia sempre da madre, ti stringa sempre più al suo cuore: ti faccia pregustare tutte le tenerezze della sua maternità, e un giorno non molto lontano ti mostri tutta la sua gloria assieme a Gesù. L'Angelo di Dio ti guidi in tutto il corso della tua vita e ti preservi dal peccato. Lo Spirito Santo ti riempia dei Suoi doni e ti renda forte nella battaglia della vita. Il volto di Gesù sia stampato sul tuo cuore e appaghi tutti i tuoi voleri. L'amore di Gesù sia la stella che ti guidi a Lui. Gesù viva sempre in te e nella tua famiglia.
La pratica della celebrazione delle SS. Messe Gregoriane si tratta della celebrazione ininterrotta di 30 SS. Messe a suffragio di un'Anima del Purgatorio. La pia pratica è nata così:
Un monaco del Convento di S. Gregorio Magno aveva accettato, senza il consenso del superiore, tre scudi d'oro da un suo beneficato (mancanza gravissima contro il voto di povertà, professato dai monaci). Deceduto il monaco poco tempo dopo, S. Gregorio, per dare una lezione esemplare a tutta la Comunità monastica lo fece seppellire fuori del Cimitero comune, gettando nella sua fossa i tre scudi d'oro. Qualche tempo dopo, preso da compassione, chiamò l'economo del monastero e gli disse: «Il nostro confratello è tormentato dalle pene del Purgatorio: incomincia subito per lui la celebrazione di 30 SS. Messe, senza interromperla».
Il monaco ubbidì; ma, per le troppe occupazioni, non pensò a contare i giorni. Una notte, gli apparve il monaco defunto e gli disse che se ne andava al Cielo, libero dalle sue pene. Si contò allora il numero delle SS. Messe celebrate in suo suffragio e si trovò che erano precisamente 30. D'allora invalse l'uso di far celebrare 30 SS. Messe per i Defunti, dette appunto Gregoriane dal nome di S. Gregorio: uso che è tuttora in vigore nei monasteri benedettini e trappisti e che Dio con molte rivelazioni ha fatto conoscere essergli molto gradito (Dialoghi, IV, 10).
«Delle preghiere della terra, in Purgatorio si riceve solo quel tanto che Dio vuole che ciascun'anima riceva secondo le disposizioni meritate. E' un dolore aggiunto per queste povere Anime il vedere che le preghiere per la loro liberazione, vengono applicate a chi ne è più degno. Il sollievo di ciascun'anima è proporzionato al suo merito» (Manoscritto del Purgatorio).
Il Papa ricorda che la pratica di inginocchiarsi e ricevere la Particola sulla lingua ha a suo favore secoli di tradizione ed è segno di adorazione particolarmente espressivo. Per questo è bene riceverla così.
Che cosa è essenziale? Salvarsi l’anima! Sì, perché il corpo è comunque destinato a perire, l’anima invece vive in eterno, essendo spirituale e creata direttamente da Dio. Per questo è il nostro bene più prezioso, che va custodito con sapienza e che una volta condannata all’inferno dovrà patire per sempre.
Come si custodisce l’essenziale? Mettendolo al primo posto! Sì, altrimenti sono solo parole. Ciò vuol dire S. Messa e Sacramenti: quei mezzi ordinari con cui Dio ci sorregge e salva qui ed ora, quel toccarci efficace di Gesù Salvatore.
Amico e fratello sii dunque cristianamente sapiente, anche e soprattutto nell’ormai incipiente estate (che don Bosco, il grande Santo educatore, definiva senza mezzi termini vendemmia del demonio): specialmente se sei genitore o nonno aiuta ed educa figli e nipoti alla preghiera e al rispetto del precetto della Santa Messa festiva (altrimenti come potrai a settembre far riprendere il cammino di catechismo?!).
Padre Santo, Che attraverso il Tuo Figlio Gesù riversi senza misura il dono dello Spirito, custodisci questi Tuoi servi perché siano lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Maria, aurora di salvezza, guidi e sostenga il loro ministero. Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell'Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Amen.
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Mt 5,13-16
Verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutandosi di dare ascolto alla verità per rivolgersi alle favole. S. Paolo - Seconda lettera a Timoteo