la settimana autentica

La Settimana Autentica è, come dice il suo nome, la più vera e la più santa di tutto l’anno liturgico, perché unisce strettamente l’ultima parte del cammino quaresimale con la solenne celebrazione del Sacro Triduo pasquale.

Essa si apre con il ricordo dell’Ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme e con il segno dell’unzione di Betania (Domenica delle Palme), prosegue con le prefigurazioni antiche e le premonizioni prossime della Passione (i primi tre giorni feriali) e si compie nella celebrazione unitaria della Passione del Signore e della Sua beata Risurrezione: il Sacro Triduo, al cui interno si collocano la celebrazione vespertina in Cœna Domini (Giovedì Santo), la celebrazione della Passione del Signore (pomeriggio del Venerdì Santo) completata dalla celebrazione vespertina nella Deposizione del Signore, la Veglia pasquale (notte del Sabato Santo) dalla quale procedono tutte le Ss. Messe di Pasqua.

In questo itinerario di giorni autentici e santi, nei quali lo Sposo Cristo è sottratto alla Chiesa Sposa per esserle ridonato nella gloria sfolgorante della Sua Risurrezione, i fedeli sono chiamati a contemplare il volto dell’Amato con più intenso ascolto della parola e più viva partecipazione alla preghiera liturgica, senza timore di sprecare l’unguento prezioso del proprio tempo e della propria vita: di qui il coraggio di scelte coraggiose e coerenti, come prendere ferie Venerdì Santo pomeriggio, rinunciare a viaggi belli ma che non aiuterebbero la partecipazione alle Sacre Funzioni, o ancora vivere nella propria parrocchia il nucleo incandescente della nostra fede cristiana. Come segno di cammino insieme si propone all’interno del Sacro Triduo un momento comune a tutte le nostre Parrocchie: la Via Crucis seguita dalla Deposizione.

 

«La Pasqua porta la novità di un passaggio profondo e totale da una vita soggetta alla schiavitù del peccato ad una vita di libertà, animata dall’amore, forza che abbatte ogni barriera e costruisce una nuova armonia nel proprio cuore e nel rapporto con gli altri e con le cose. Ogni cristiano, così come ogni comunità, se vive l’esperienza di questo passaggio di risurrezione, non può non essere fermento nuovo nel mondo, donandosi senza riserve per le cause più urgenti e più giuste, come dimostrano le testimonianze dei Santi in ogni epoca e in ogni luogo» (Benedetto XVI). Auguri di cuore, don Nicolò, don Igino e don Adolfo.