LA FORZA DEL SILENZIO (9)

Dard. Robert Sarah

257. Mi rifiuto di occupare il tempo ad opporre una liturgia all’altra, o il rito di San Pio V a quello di Paolo VI. Si tratta piuttosto di entrare nel grande silenzio della liturgia; bisogna sapersi lasciare arricchire da tutte le forme liturgiche latine o orientali che privilegiano il silenzio. Senza questo spirito contemplativo, la liturgia rimarrà un’occasione di lacerazioni piene di odio e di scontri ideologici invece di essere il luogo della nostra unità e della nostra comunione nel Signore. 

È giunto il momento di entrare in questo silenzio liturgico, rivolti al Signore, che il Concilio ha voluto restaurare. Quello che sto per dire ora non contraddice la mia sottomissione e la mia obbedienza all’autorità suprema della Chiesa. Desidero profondamente e umilmente servire Dio, la Chiesa e il Santo Padre con devozione, sincerità e un attaccamento filiale. Ecco, però, qual è la mia speranza: a Dio piacendo, quando Lui vorrà e come vorrà, la riforma della riforma liturgica si farà. Nonostante lo stridore dei denti, avverrà, poiché ne va del futuro della Chiesa. Sciupare la liturgia significa sciupare il nostro rapporto con Dio e l’espressione concreta della nostra fede cristiana. La parola di Dio e l’insegnamento dottrinale della Chiesa sono ancora ascoltati, ma le anime che desiderano rivolgersi a Dio e offrirGli il vero sacrificio della lode e dell’adorazione, non sono più afferrate dalle liturgie troppo orizzontali, antropocentriche e festaiole, che assomigliano più spesso a eventi culturali rumorosi e volgari. I media hanno totalmente invaso e trasformato in spettacolo il Santo Sacrificio della Messa, memoriale della Morte di Gesù sulla Croce per la salvezza delle anime nostre. Il senso del mistero sparisce a causa dei cambiamenti, degli adattamenti permanenti, decisi in modo autonomo e individuale per sedurre le nostre mentalità moderne profanatrici, segnate dal peccato, dal secolarismo, dal relativismo e dal rifiuto di Dio. In molti paesi occidentali, vediamo i poveri lasciare la Chiesa Cattolica, perché è stata presa d’assalto da persone malintenzionate che vogliono passare per intellettuali e che disprezzano i piccoli e i poveri. Ecco ciò che il Santo Padre deve denunciare forte e chiaro. Poiché la Chiesa senza i poveri non è più la Chiesa, ma un semplice «club». Oggi in Occidente, quanet chiese vuote, chiuse, distrutte o trasformate in strutture profane in sprezzo alla loro sacralità e alla loro destinazione originale. Eppure, so quanto sono numerosi i sacerdoti e i fedeli che vivono con zelo straordinario la loro fede e si battono quotidianamente per preservare e arricchire le case di Dio. Dobbiamo urgentemente riscoprire la bellezza, la sacralità e l’origine divina della liturgia rimanendo vigorosamente fedeli all’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica. In una conversazione con Padre Emonet, il Cardinale Charles Journet ha tragicamente affermato: «La liturgia e la catechesi sono le due lame della stessa tenaglia con cui il demonio vuole strappare via la fede dal popolo cristiano e impossessarsi della Chiesa per stritolarla, annientarla e distruggerla definitivamente. Ancor oggi, il grande Dragone è in agguato davanti alla Donna, la Chiesa, pronto a divorare il Bambino». Sì, il diavolo vuole metterci gli uni contro gli altri nel cuore stesso del Sacramento dell’unità e della comunione fraterna. Satana dà dei gran colpi di coda per tentare di devastare tutta la terra. Ma Gesù ci rassicura quando dice a Pietro: «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32). (pagg. 158-159)