3. LETTERA ENCICLICA AD CATHOLICI SACERDOTII

AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI, PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI E AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI CHE HANNO PACE E COMUNIONE CON LA SEDE APOSTOLICA: SUL SACERDOZIO CATTOLICO.

Dispensatore dei misteri di Dio

Il cristiano, quasi ad ogni passo importante della sua mortale carriera, trova al suo fianco il sacerdote in atto di comunicargli o accrescergli col potere ricevuto da Dio questa grazia, che è la vita soprannaturale dell'anima. Appena nasce alla vita del tempo, il sacerdote lo rigenera col Battesimo ad una vita più nobile e più preziosa, la vita soprannaturale, e lo fa figlio di Dio e della Chiesa di Gesù Cristo; per fortificarlo a combattere generosamente le lotte spirituali, un sacerdote rivestito di speciale dignità lo fa soldato di Cristo nella Cresima: appena è capace di discernere ed apprezzare il Pane degli Angeli, il sacerdote glielo porge, cibo vivo e vivificante disceso dal cielo; se caduto, il sacerdote lo rialza in nome di Dio e con Lui lo riconcilia per mezzo della Penitenza; se Iddio lo chiama a formarsi una famiglia ed a collaborare con Lui alla trasmissione della vita umana nel mondo, per aumentare prima il numero dei fedeli sulla terra e poi quello degli eletti nel cielo, il sacerdote è là a benedire le sue nozze e il suo casto amore; e quando il cristiano, giunto alla soglia dell'eternità, ha bisogno di forza e di coraggio prima di presentarsi al tribunale del Giudice divino, il sacerdote si china sulle membra doloranti dell'infermo e lo riconsacra e conforta con l'Olio Santo.

 

Dopo di aver così accompagnato il cristiano attraverso il pellegrinaggio terreno fino alle porte del cielo, il sacerdote ne accompagna il corpo alla sepoltura con i riti e le preci del-la speranza immortale, e ne segue l'anima sino oltre le soglie dell'eternità per aiutarla coi suffragi cristiani, se mai abbisognasse ancora di purificazione e di refrigerio. Così dalla culla alla tomba, anzi sino al cielo, il sacerdote è accanto ai fedeli, guida, conforto, mini-stro di salute, distributore di grazia e di benedizioni.

 

Ma fra tutti questi poteri che il sacerdote ha sul Corpo mistico di Cristo, a vantaggio dei fedeli, uno ve n'è sul quale non possiamo contentarci del semplice accenno fatto: quella potestà, che Iddio non ha data né agli Angeli né agli Arcangeli, come dice San Giovanni Crisostomo, la potestà cioè di rimettere i peccati: «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi ed a chi li riterrete saranno ritenuti».

 

Potestà formidabile, tanto propria di Dio, che la stessa umana superbia non poteva comprendere fosse possibile che venisse comunicata all'uomo: «Chi può rimettere i peccati, se non il solo Dio? ». E vedendola esercitata da un semplice uomo qual è il sacerdote, c'è davvero da chiedersi, non per scandalo farisaico, ma per riverente stupore di tanta dignità: «Chi è costui, che rimette anche i peccati?». Ma appunto l'Uomo-Dio, Che aveva ed ha sulla terra il potere di rimettere i peccati, l'ha voluto trasmettere ai Suoi sacerdoti per venir incontro, con divina liberalità e misericordia, a quel bisogno di purificazione morale che è insito alla coscienza umana. Quale conforto per l'uomo colpevole, trafitto dal rimorso e pentito, udire la parola del sacerdote, che in nome di Dio gli dice: «Io ti assolvo dai tuoi peccati»!

 

E l'udirla dalla bocca di uno, che a sua volta avrà bisogno egli pure di chiederla per sé ad un altro sacerdote, non solo non avvilisce il dono misericordioso, ma lo fa apparire più grande, facendoci meglio intravedere, attraverso la fragile creatura, la mano di Dio, per la Cui virtù si opera il portento. Ed è perciò che — per usare le parole di un illustre scrittore, il quale tratta anche di cose sacre con una competenza rara a trovarsi in un laico — quando un sacerdote, fremendo in ispirito della sua indegnità e dell'altezza delle sue funzioni, ha stese sul nostro capo le sue mani consacrate; quando, umiliato di trovarsi il dispensatore del Sangue dell'alleanza, stupito ad ogni volta di proferire le parole che danno la vita, peccatore egli ha assolto un peccatore, noi alzandoci da' suoi piedi, sentiamo di non aver commessa una viltà... Siamo stati ai piedi di un uomo che rappresentava Gesù Cristo... vi siamo stati per acquistare la qualità di liberi e di figliuoli di Dio.

 

 

E tali poteri eccelsi, conferiti al sacerdote in uno speciale Sacramento a ciò ordinato, non sono in lui transitori e passeggeri, ma stabili e perpetui, congiunti come sono ad un carattere indelebile impresso nell'anima sua, per cui è diventato sacerdos in æternum, a similitudine di Colui del Cui eterno sacerdozio è fatto partecipe: carattere, che il sacerdote, anche tra le più deplorevoli aberrazioni in cui per umana fragilità può cadere, non potrà mai cancellare dall'anima sua.

 

Ma insieme con questo carattere e con questi poteri il sacerdote, per il Sacramento dell'Ordine, riceve nuova e speciale grazia con speciali aiuti, per i quali, se con la sua libera e personale cooperazione fedelmente asseconderà l'azione divinamente potente della grazia stessa, egli potrà degnamente assolvere tutti gli ardui doveri dello stato sublime, a cui fu chiamato, e portare, senza restarne oppresso, quelle formidabili responsabilità inerenti al ministero sacerdotale, che fecero tremare perfino i più forti atleti del sacerdozio cristiano, come un San Giovanni Crisostomo, Sant'Ambrogio, San Gregorio Magno, San Carlo e tanti altri.