12. LETTERA ENCICLICA AD CATHOLICI SACERDOTII

AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI, PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI E AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI CHE HANNO PACE E COMUNIONE CON LA SEDE APOSTOLICA: SUL SACERDOZIO CATTOLICO.

La scienza

Ma la figura del sacerdote cattolico, che Noi intendiamo mettere in piena luce al cospetto di tutto il mondo, sarebbe incompleta se omettessimo di rilevare un altro importantissimo requisito, che la Chiesa esige in lui: la scienza. Il sacerdote cattolico è costituito "maestro in Israele" avendo ricevuto da Gesù l'ufficio e la missione di insegnare la verità: "Ammaestrate tutte le genti".

 

Egli deve insegnare la dottrina della salute, e di quest'insegnamento, a somiglianza dell'Apostolo delle Genti, è debitore "ai sapienti e agli ignoranti". Ma come la potrà insegnare, se non la possiede? "Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca ricercheranno la legge", dice lo Spirito Santo in Malachia; e nessuno potrebbe mai dire in favore della scienza sacerdotale una parola più grave di quella che un giorno la Sapienza stessa divina ha pronunziato per bocca di Osea: "Perché tu hai rigettato la scienza, rigetterò io te dal ministero di mio sacerdote".

 

Il sacerdote deve pienamente possedere la dottrina della fede e della morale cattolica, deve saperla proporre, deve saper render ragione dei dogmi, delle leggi, del culto della Chiesa, di cui è ministro; deve dissipare l'ignoranza; la quale, non ostante i progressi della scienza profana, ottenebra in fatto di religione le menti di tanti contemporanei. Non è stato mai tanto opportuno come oggi il monito di Tertulliano: "Questo solo spesso desidera la verità, di non essere cioè condannata senza essere conosciuta". È dovere del sacerdote sgombrare dagli intelletti i pregiudizi e gli errori, accumulativi dall'odio degli avversari: all'anima moderna, che ansiosa cerca la verità, egli deve saperla indicare con serena franchezza; alle anime ancor incerte, travagliate dal dubbio, egli deve ispirare coraggio e fiducia e guidarle con tranquilla sicurezza al porto sicuro della fede coscientemente e fortemente abbracciata; agli assalti dell'errore protervo ed ostinato egli deve sapere opporre una resistenza strenua e vigorosa ma calma insieme e solida.

 

È quindi necessario, venerabili fratelli, che il sacerdote, anche in mezzo alle occupazioni assillanti del suo santo ministero e sempre in ordine a quello continui lo studio serio e profondo delle discipline teologiche, aggiungendo al corredo sufficiente di scienza portato seco dal Seminario una sempre più ricca erudizione sacra, che lo renda sempre più idoneo alla sacra predicazione e alla guida delle anime. Inoltre, per il decoro dell'ufficio che esercita e per guadagnarsi come conviene la fiducia e la stima del popolo, che tanto giovano a rendere più efficace la sua opera pastorale, il sacerdote deve essere fornito di quel patrimonio di dottrina anche non strettamente sacra, che è comune agli uomini colti del suo tempo; deve cioè essere sanamente moderno, com'è la Chiesa, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi e a tutti si adatta, tutte le sane iniziative benedice e promuove e non ha paura dei progressi anche più arditi della scienza, purché sia vera.

 

In tutti i tempi il clero cattolico si distinse in ogni campo dello scibile umano; in alcuni secoli anzi si spinse talmente all'avanguardia del sapere che chierico divenne sinonimo di dotto. E la Chiesa, dopo aver custodito e salvato i tesori della cultura antica, che senza di essa e dei suoi monasteri sarebbero andati quasi interamente perduti, ha dimostrato nei suoi più illustri Dottori come tutte le umane cognizioni possano servire ad illustrare e difendere la fede cattolica; del che abbiamo Noi stessi recentemente additato al mondo un esempio luminoso cingendo del nimbo dei Santi e dell'aureola dei Dottori, quel grande maestro del sommo Aquinate, quell'Alberto Teutonico, che già i suoi contemporanei onoravano del nome di Magno e di Dottore universale.

 

Ora certamente non si può pretendere che il clero possa avere un simile primato in ogni campo del sapere: il patrimonio scientifico dell'umanità è ormai così vasto, che nessun uomo può abbracciarlo interamente né, molto meno, rendersi insigne in ciascuno dei suoi innumerevoli rami. Ma, mentre si devono prudentemente incoraggiare e aiutare quei membri del clero che per inclinazione e doti speciali si sentono chiamati ad approfondire e coltivare questa o quella scienza, questa o quell'arte, che non disdica alla loro professione ecclesiastica, perché tutto questo, se si contiene entro i dovuti confini e sotto la direzione della Chiesa, ridonda a decoro della Chiesa stessa e a gloria del divino suo Capo Gesù Cristo; anche tutti gli altri chierici non si devono contentare di quello che forse poteva bastare in altri tempi, ma devono essere in grado di avere, anzi devono avere di fatto, una cultura moderna in confronto dei secoli passati.

 

Che se talvolta il Signore, "scherzando sulla terra", volle anche in tempi recenti assumere alla dignità sacerdotale ed operare meraviglie di bene per mezzo di uomini sforniti quasi interamente di questo patrimonio di dottrina, di cui parliamo, ciò fu perché tutti impariamo a pregiare, tra le due, più la santità che la scienza, e a non riporre più fiducia nei mezzi umani che nei divini; in altre parole, ciò fu perché il mondo ha bisogno di sentirsi ripetere di tanto in tanto questa salutare lezione pratica: "Le cose stolte del mondo ha scelto Dio, per confondere i sapienti... affinché nessun uomo si dia vanto al cospetto di Lui".

 

Ma, come nell'ordine naturale i miracoli divini sospendono per un momento l'effetto delle leggi fisiche senza abrogarle, così questi uomini, veri miracoli viventi, nei quali la santità eccelsa suppliva a tutto il resto, non tolgono affatto la verità e necessità di quanto siamo venuti inculcando. Questa necessità poi di virtù e di scienza, questa esigenza di esemplarità e di edificazione, di questo "buon odore di Cristo", che il sacerdote deve spargere dappertutto intorno a sé presso quanti l'avvicinano, è oggi tanto maggiormente sentita e resa tanto più evidente e stringente, in quanto che l'Azione Cattolica, questo movimento sì consolante che sa spingere le anime anche verso i più sublimi ideali di perfezione, mette i laici a più frequente contatto e a più intima collaborazione col sacerdote, al quale naturalmente essi non solo si rivolgono come a guida, ma mirano anche come ad esemplare di vita cristiana e di virtù apostoliche.