Si fa sera e il giorno ormai volge al declino

Card. Robert Sarah

Esiste un luogo in cui possiamo fare esperienza di Dio e della Chiesa, ed è la liturgia. Qui non è possibile sottrarsi a Dio. Scriveva Benedetto XVI: «Il vero rinnovamento della liturgia è una condizione fondamentale per il rinnovamento della Chiesa». Infatti «l’esistenza della Chiesa vive della giusta celebrazione della liturgia e che la Chiesa è in pericolo quando il primato di Dio non appare più nella liturgia e così nella vita. La causa più profonda della crisi che ha sconvolto la Chiesa risiede nell’oscuramento della priorità di Dio nella liturgia». Supplico umilmente i vescovi, i sacerdoti e il popolo di Dio di curare di più la santa liturgia, di porre Dio al centro, di chiedere di nuovo a Gesù Cristo di insegnarci a pregare.

 

Abbiamo desacralizzato la Santa Messa. Abbiamo trasformato le nostre Sante Messe in uno spettacolo folkloristico, in un evento sociale, in un intrattenimento, in un dialogo insipido tra il sacerdote e l’assemblea cristiana. C’è ancora posto per l’Altissimo nelle nostre liturgie? In esse è ancora possibile fare l’esperienza di Dio? A volte si trovano dei laici che rivendicano una funzione durante la Messa in modo tale da sentirsi partecipi e attivamente implicati.

 

Meditiamo un po’ sulla natura della partecipazione attiva di Maria e di san Giovanni sul Golgota. Essi erano là, si lasciavano penetrare silenziosamente, impregnare e plasmare dal mistero della Croce. Non dovrei, a mia volta, preoccuparmi piuttosto di sapere come morire con Gesù in ogni Messa, e di chiedermi se accetto di morire al mio peccato? La mia vita cristiana è costruita sulla preghiera e su una vera intimità con Dio? Che posto occupa la preghiera nella mia vita? In ciascuna delle nostre Messe dovremmo poter dire con San Paolo: «Ogni giorno io affronto la morte in Cristo Gesù nostro Signore!» (1Cor 15,31).

 

C’è un altro luogo in cui possiamo fare l’esperienza di Dio Che Si dona nella Chiesa: i monasteri. In essi troviamo una concreta realizzazione di ciò che tutta la Chiesa dovrebbe essere. L’ho già detto molte volte e non ho paura di ribadirlo. Il rinnovamento verrà dai monasteri. Invito tutti i cristiani a sperimentare per qualche giorno l’esperienza della vita in un monastero. Si potrà in piccolo fare esperienza di ciò che la Chiesa è in grande. Nei monasteri si potrà sperimentare il primato dato alla contemplazione di Dio. Visitate i monasteri! In contrasto con un mondo di squallore e tristezza, questi luoghi sacri sono delle vere e proprie oasi di bellezza, di semplicità, di umiltà e di gioia. Nelle abbazie i fedeli potranno comprendere che è possibile mettere Dio al centro di tutta la vita.

 

Questo primato della contemplazione è stato proclamato dallo Stesso Cristo quando ha affermato che «una sola è la cosa di cui c’è bisogno» e che «Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,42), e ancor di più quando Si è rivolto a Dio Padre dicendo: «Questa è la vita eterna: che conoscano Te, l’unico vero Dio, e Colui Che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3). La contemplazione è il cuore del cristianesimo. Nei monasteri essa è attestata per l’eternità e non sarà mai abolita. Dobbiamo proteggere questi luoghi preziosi della contemplazione. Sono il presente e l’avvenire della Chiesa. Dio vi abita.