IL TEMPO QUARESIMALE

Le cause

All’istituzione della Quaresima, che risale alla più remota antichità della Chiesa e forse alla stessa era apostolica, hanno concorso insieme, o a breve distanza l’una dall’altra, tre cause: la solennità pasquale, la disciplina del catecumenato, l’esempio di Gesù digiunante. Dalla prima questo tempo sacro derivò specialmente il suo carattere ascetico e penitenziale, dalla seconda quello dottrinale e catechetico, dalla terza i limiti della sua durata.

Lo sviluppo

Solevano i primi cristiani, nel fervore della loro professione, premettere ad ogni Domenica una veglia, che solitamente li impegnava ad alzarsi all’aurora e a dedicare alcune ore prima del santo Sacrificio della Messa alla preghiera e alle letture sacre; era questa la cosiddetta vigilia. Similmente distinguevano il mercoledì e il venerdì di ogni settimana per la ragione che nel primo era avvenuto il tradimento di Giuda, nel secondo la Morte del Redentore. In detti giorni non solo osservavano le pratiche della vigilia, ma vi univano anche il digiuno, protratto fin oltre l’ora nona, ossia verso il tramonto.

 

 

Questo vario esercizio di atti pii ed espiatori veniva complessivamente chiamato con frase militare far la Stazione, perché voleva in realtà, secondo la mente di chi vi si dedicava, essere un montare in guardia e stare in attesa dello Sposo, Che viene impensatamente e porta con Sé alla festa di nozze solo i vigilanti. Chi dicesse dunque che la Quaresima non è altro che una Stazione continuata per una sequela di giorni, e similmente che la Stazione non è altro che una vigilia prolungata e resa più rigorosa col digiuno, non andrebbe certamente lontano dal vero.

 

 

Poiché, come quando si pensò di far precedere alla Pasqua, a motivo della sua eccedente importanza su tutte le altre Domeniche, una più solenne preparazione non si trovò di meglio che prolungare la sua vigilia per tutta la notte precedente, così quando si volle che la Pasqua fosse preceduta da tutto un periodo di lavoro e di riforma dello spirito, come di tirocinio al Battesimo e alla vita più intensamente cristiana, nulla parve più adatto che istituire una serie di giorni stazionali, che per essere caratterizzati dal digiuno, dovevano ben presto richiamare quelli trascorsi da Gesù nel deserto e fissarsi come questi nel numero di quaranta.