IL TEMPO QUARESIMALE

Il Catecumenato

La Catechesi, o istruzione, era duplice, morale e dogmatica. Quella più abbondante e quoti-diana, questa più sobria e riservata alle Domeniche. L'una e l'altra impartite mediante il commento alle divine Letture. Delle varie e quotidiane istruzioni che un tempo si tenevano ai Competenti, e con loro anche ad altri non ancora del tutto decisi a ricevere il battesimo, la nostra Ufficiatura conserva un ricordo in quelle diverse Letture che ancor oggi nella nostra chiesa Metropolitana si leggono in tutti i giorni della Quaresima, e sono tratte, non altrimenti che al tempo di S. Ambrogio, dal Libro della sacra Genesi, dai Proverbi di Salomone, da Giobbe, da Tobia, ecc.

 

Dell'istruzione dogmatica rimangono indizio e ricordo soprattutto i Vangeli delle Messe domenicali, non escluso il brano assegnato alla Domenica in capo alla Quaresima, che è ben appropriato a stabilire il dovere della rinuncia a Satana. Gli altri brani sono tutti evidentemente consacrati alla rappresentazione figurativa del Battesimo, essendo la completa spiegazione sia di questo che degli altri Sacramenti riservata ai fedeli, quindi ai Neofiti solo dopo la Pasqua.

Il Vangelo della Samaritana rappresenta il Battesimo sotto figura di acqua viva, che fa salire alla vita eterna; quello di Abramo lo rappresenta quale professione di verità che ci libera dalle spire dell'errore e c'inserisce nell'albero genealogico dei veri figli di Dio; quello del Cieco come illuminazione miracolosa; quello di Lazzaro come morte e sepoltura dell'anima con Cristo al fine di risorgere con Lui; quello della cena di Betania come unzione e imbalsamazione santificante. Inoltre si può anche trovare una coordinazione di questi brani evangelici domenicali, che mettono in chiaro la divinità di Cristo, con quelli delle Messe feriali, che nel discorso della montagna presentano un compendio della dottrina celeste. Ma non è da tacere che nelle istruzioni ai catecumeni rimane un pur eloquente ricordo in tutta la Chiesa in quella frequente predicazione che contrassegna dovunque il sacro tempo della Quaresima, e in quei catechismi che in tale periodo si tengono ai fanciulli della Prima Comunione, o anche nella lettera pastorale che i Vescovi indirizzano per questo tempo alle loro Diocesi, quasi pratica affermazione del loro primario diritto e insieme dovere di predicare.

 

Gli Esorcismi consistevano in varie cerimonie e sante iniziazioni, con cui gli aspiranti al Battesimo rinunciavano a Satana e alle sue opere, e venivano gradatamente santificati e preparati al Sacramento della rigenerazione. Con gli Esorcismi erano pure tenuti gli Scrutini, specie di esami, nei quali i Competenti venivano interrogati su quanto dovevano sapere e promettere in ordine alla fede e al vivere cristiano, per essere dichiarati Eletti, ossia idonei al grande atto, che doveva annoverarli nella famiglia cristiana.

 

Nella nostra, come nella primitiva Chiesa romana, gli Scrutini erano tre, praticati, a quanto pare, nelle Domeniche successive a quella della Samaritana e più tardi nei sabati rispettiva-mente precedenti; cui seguiva, nella Domenica che noi diciamo delle Palme, e poi al sabato antecedente, la solenne consegna del Simbolo. Questo, che doveva rappresentare come la tes-sera della Fede destinata ai non ancora iniziati, taceva completamente della Santa Eucaristia.

 

La Quaresima oggi nulla ritiene degli Esorcismi e degli Scrutini, il cui rito è stato aggiunto a quello col quale si conferisce l'odierno Battesimo, non più legato alla Funzione vigilare di Pasqua, ma in questa ancora riservato all'Arcivescovo. Il richiamo alla piena disciplina quaresimale destinata alla preparazione dei catecumeni al Battesimo ben serve ad ammonire i fedeli che hanno pure essi il dovere, nel corso di questo sacro periodo, di adoperarsi con diligenza a far rivivere e risuscitare la grazia che un giorno fu loro conferita nel Sacramento del Battesimo. Se all'epoca di questa iniziazione essi furono inconsci, a maggior ragione dovrebbero approfittare della Quaresima come di un sacro catecumenato per istruirsi sempre meglio nelle verità di Dio e infiammarsi nel compiere i doveri cristiani, nonché al giusto apprezzamento dei doni soprannaturali.

 

La Quaresima assumerebbe così il carattere di una primavera sacra dello spirito che si sforza d'avvicinarsi sempre più a Dio; avrebbe il valore di una stagione feconda, che in misteriosa corrispondenza con la primavera naturale, fa rinverdire i rami del mistico albero della Chiesa e vi fa spuntare i virgulti nuovi, manifestamente partecipi della perenne vitalità del tronco.